Attraversando le vie della nostra piccola metropoli e lasciandoci guidare dal nostro istinto lungo le viuzze che portano al Borgo Antico della città di Taranto,
oltre a percepirne la commistione di odori, siamo pervasi da un forte
desiderio di cultura, la stessa che secoli fa ha permesso la nascita e
lo sviluppo di una grande civiltà.
Non c’è vicolo e non c’è edificio privo
di una storia alle spalle, tutto è segnato e tutto ha un’impronta ben
definita, lasciata a partire dalla civiltà della Magna Grecia, passando
per i Bizantini e per il Regno di Napoli.
In questo quadro si inserisce uno tra i più prestigiosi edifici storici presenti nel Borgo Antico; ci riferiamo a Palazzo Delli Ponti,
un monumento storico che deriva dall’unione di due edifici del ’500 e
del ’600 e che racchiude al suo interno i resti delle mura greche che
circondavano l’acropoli, un ipogeo funerario risalente al V secolo a.C e
un altare del ’700.
L’edificio era stato inizialmente
ristrutturato con i finanziamenti di una Federazione (Federazione
lavoratori metalmeccanici n.d.r.), poi è passato nelle mani del Comune e
infine è stato ceduto all’Università di Bari.
Originariamente Palazzo Delli Ponti doveva ospitare solo gli uffici per i docenti, poi è stata inserita nel progetto anche la creazione di una biblioteca per gli studenti
– a seguito di una donazione ricevuta dall’Università - e pare che vi
sarà trasferita anche la segreteria studenti (ora ubicata a Palazzo
D’Aquino).
Non vogliamo fare i disfattisti,
ma ci teniamo a porre un interrogativo: è questa la giusta destinazione
da dare ad un palazzo con queste caratteristiche?
Ricordiamo che il Comune di Taranto ha già ristrutturato e donato una struttura all’Università, l’ex Caserma Rossarol, dove i problemi sono ancora notevoli:
allo stato attuale non esiste una sala computer, non ci sono gli uffici
per i docenti, sono assenti i laboratori (es. laboratorio archeologico)
ed è presente un’unica aula studio, in più gli studenti del
dipartimento di’Antichità e di Scienze della Formazione non hanno una
loro biblioteca.
Il problema non è lo spazio, perché di quello ve n’è anche a sufficienza.
I due piani sotterranei della Ex – Caserma Rossarol sono in uno stato
di totale abbandono, basterebbe installare dei muri di cartongesso per
creare gli uffici necessari per i docenti
Ora non se ne voglia ai docenti, la
nostra non è una critica mossa nei loro confronti, poiché effettivamente
se gli stessi avessero degli uffici, la cosa gioverebbe anche agli
studenti, potrebbero infatti usufruire delle ore di ricevimento in
maniera più agevole (alcuni docenti infatti sono costretti a far
ricevimento nei corridoi). Tuttavia c’ è un dato di fatto tale per cui
molti degli uffici non verrebbero utilizzati tutti i giorni perché la
maggior parte di loro tiene le lezioni a Bari e quindi sarebbe davvero
uno spreco destinare singoli uffici a singoli docenti, ma sarebbe più
opportuno creare un ufficio condiviso, utilizzabile da più docenti.
Su queste basi crediamo che un luogo di
grande interesse architettonico e soprattutto storico debba essere sia
recuperato, come l’Università ha già in mente di fare e su questo siamo
favorevoli, ma con una destinazione diversa, dal momento che prima di
destinare un altro palazzo della città vecchia per gli uffici dei
docenti, bisognerebbe sistemare ed occupare tutti gli spazi ancora
inutilizzati della Ex Caserma Rossarol; questo per evitare che le stanze
di Palazzo Delli Ponti siano “impegnate” inutilmente per degli uffici
che possono essere fatti altrove.
Ben vengano l’insediamento di una prestigiosa biblioteca e di sale studio,
in quanto gli studenti universitari del Polo Jonico necessitano di
spazi fruibili per le loro attività di studio e sicuramente verrebbero
sfruttati maggiormente rispetto al personale docente.
Restiamo del parere che Palazzo Delli Ponti costituisce un patrimonio culturale
unico nella sua bellezza e potrebbe essere una “tappa” per i turisti
che visitano la città vecchia, utilizzare le sue magnifiche stanze come
uffici in cui è possibile ammirare gli affreschi e i soffitti in legno
finemente decorati rappresenta un mattone in meno e di grande valore per
la storia della nostra città, la quale necessita di essere conosciuta da parte dei turisti, ma in primis dai propri abitanti.
Articolo per Siderlandia.it
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