domenica 29 agosto 2010

E' PIU' UNA QUESTIONE DI SOLDI CHE DI FEDE

 L'altro giorno mi è capitato sotto gli occhi un articolo molto interessante del Fatto Quotidiano. Sono rimasta abbastanza sorpresa, in effetti io pensavo che l'8X1000 potesse essere devoluto solo alla Chiesa Cattolica, Valdesi, Ebrei ecc.. per il semplice fatto che lo prevedeva una legge (schifosa e ingiusta) e che non si potesse fare altrimenti. Leggendo l'articolo e dando un'occhiata su Wikipedia invece ho scoperto che hanno fatto richiesta per la ripartizione dell'8X1000 anche altre confessioni religiose, come ad esempio Testimoni di Geova, Buddisti, Induisti i quali, anni fa, hanno firmato un accordo di intesa con lo stato ma esso non è stato ratificato dal parlamento.

Quindi, tecnicamente, l'accordo c'è ... ma non può diventare esecutivo perchè i nostri parlamentari non lo vogliono firmare.

Partiamo da un presupposto: secondo me un aiuto statale alle confessioni religiose è giusto per il semplice fatto che è un diritto citato nella costituzione, quindi deve essere garantito. Però è il metodo ad essere un po' sbagliato.

Lo Stato Italiano versa alla Chiesa Cattolica troppi soldi, ci cosa circa 4 miliardi di euro l'anno, di questi solo il 20% viene devoluto alle opere caritatevoli ... ed il tutto per una legge un po' particolare, infatti alla fine ogni singolo italiano che lascia in bianco lo spazio della dichiarazione dei redditi comunque devolve una parte dell'IRPEF pagata al Vaticano, questo per un principio un po' particolare uscito da chissà dove secondo il quale si devono dare i soldi alla confessione religiosa alla quale la maggior parte dei contribuenti hanno devoluto l'8X1000. Questo principio non ha logica, perchè se io lascio lo spazio in bianco evidentemente non ho nessuna confessione religiosa a cui dare il mio 8X1000, quindi non vedo perchè debba essere dato al Vaticano solo perchè la maggior parte lo devolve al Vaticano.

Secondo l'articolo del Fatto Quotidiano gli accordi presi con le altre religioni non vengono ratificati dal parlamento per un semplice motivo: il Vaticano fa pressione sui parlamentri cattolici affinchè permettano che altre confessioni religiose possano spartirsi la torta dell'8X1000, altrimenti verrebbero levati soldi alla Santa Sede, la quale in alternativa non potrebbe far fare la vita da nababbi ai componenti del clero e Papa in primis.
Come dicevo del titolo, è più una questione di soldi che di fede.
Onestamente anche io la penso così, altrimenti non si spiega .. se l'accordo è stato firmato da entrambe le parti (Stato e confessione religiosa) vuol dire che è un buon accordo, non c'è motivo per negare la ratifica parlamentare.

Come dicevo secondo me il metodo è sbagliato. Con l'8X1000 non si finanziano solo le scuole ai bambini poveri come fanno vedere in tv, ma si fa funzionare lo Stato Vaticano, i viaggi e tutte le iniziative dei suoi componenti. Sempre in un'articolo leggevo che il Vaticano non ha l'obbligo di dire come spende quei soldi, si al massimo fa qualche comunicato stampa e qualche pubblicità in tv, ma in sostanza non ha l'obbligo di "dare conto" allo Stato Italiano di "come" spende i soldi, quindi può farne ciò che vuole.
Onestamente non so come negli altri paesi europei vengano sostenute le confessioni religiose, ma questo metodo della trattenuta sull'IRPEF è sbagliato. Dovrebbe essere istitutito un fondo, gestito dallo stato, dedicato al finanziamento delle opere a sfondo religioso (chiese, e anche gli altri luoghi di culto) dove ce n'è bisogno ... lo Stato Vaticano può mantenersi anche con la rendita delle proprietà, gli alberghi che fanno concorrenza sleale, il risparmio sull'ICI che non viene pagata. Se una persona decide di devolvere qualcosa ad una religione quel denaro deve essere usato per permettere ai fedeli di poter professare quella religione, non per comprare la macchina o la carta igienica al capo di quella religione ... perchè una cosa è "sostenere", l'altra è l'eccesso.