lunedì 4 maggio 2015

La vera “Buona Scuola” scende in piazza il 5 Maggio

Corteo Studenti del 10 Ottobre 2014, Roma. [Foto di Claudio Peri – Ansa]
A sentir parlare il Ministro Giannini, la “Buona Scuola” di Renzi è una riforma epocale che porterà l’eliminazione del precariato, una didattica di qualità, miglioramento delle strutture. Ecco perché si stupisce quando viene contestata, ed arriva addirittura a chiamare “squadristi” quelli che manifestano contro di lei con qualche urlo e dei cartelli in mano, affermando che si tratta di gente che la riforma non l’ha nemmeno letta, considerando che (secondo lei) si parla a sproposito di privatizzazione delle scuole pubbliche ed instaurazione di un sistema di clientelismo fra presidi e docenti.
C’è però un dato di fatto, le manifestazioni contro la “Buona Scuola” si sono diffuse su tutto il territorio nazionale (il 23 aprile c’è stato un flash mob anche a Taranto) ed i sindacati hanno indetto lo Sciopero Generale Nazionale della Scuola, al quale si uniranno anche gli studenti. Loro il DDL lo hanno letto, ed hanno fatto delle osservazioni interessanti che si discostano parecchio dagli slogan di Renzi.
Fin dai primi articoli del DDL si comprende l’idea di Scuola di Renzi: un ente di formazione finanziato con soldi pubblici ma che in parte diventa privato e viene gestito dal Preside-Manager, il quale vede aumentare in modo esponenziale i propri poteri decisionali e non si deve limitare a saper organizzare al meglio le attività didattiche ed il personale, ma deve cercare di rendere “appetibile” il proprio istituto agli occhi dei privati e delle famiglie per far in modo di avere ulteriori fondi da poter impiegare nella didattica.