lunedì 18 marzo 2013

Perché chiudono i corsi di laurea del Polo Jonico?

di Mara Pavone
In questo periodo – soprattutto in seguito alla diffusione della notizia sulla possibile chiusura dei corsi di laurea del Politecnico da un lato, e la chiusura certa delle triennali di operatore dei servizi giuridici e di scienze della comunicazione e dall’animazione socio-culturale dal’altro – si sentono le teorie più assurde sul perché il Polo Jonico stia “perdendo pezzi” in questo modo. Qualcuno è arrivato ad affermare che i corsi stanno chiudendo perché gli enti locali “non ci stanno mettendo i soldi”.
Occorre fare quindi un po’ di chiarezza. Il Polo Jonico – come tutte le sedi universitarie di Italia – sta subendo ancora gli effetti della famosa legge 133/2008. Da un lato vi è il taglio di 1,5 miliardi di euro spalmati in 5 anni (2009 – 2013), mentre dall’altro c’è il blocco del turn-over. La legge 133 prevedeva infatti che nei primi anni di applicazione della stessa si potessero assumere docenti nella misura del 20 % rispetto a quelli andati in pensione (in sostanza si assume 1 docente ogni 5 che vanno in pensione).
Questo ha creato non pochi problemi, perché per legge l’attivazione di un corso di laurea dipende – tra le altre cose – dal numero di docenti garanti dello stesso, dunque venendo a mancare i docenti per il blocco del turn-over vengono disattivati i corsi di laurea.