Quella del 21 ottobre è stata sicuramente una giornata di grande fermento per il Polo Universitario Jonico. E’ stato infatti inaugurato il Polo Scientifico Tecnologico “Magna Grecia”, struttura scientifica di eccellenza dotata di strumentazioni da utilizzare per studi e ricerche sul degrado delle matrici ambientali delle acque, del suolo e dell’aria nella provincia di Taranto; il tutto finanziato con 9,5 milioni di euro stanziati dal Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” (PON “R&C”) – si tratta di fondi europei che vengono investiti per il sostegno delle attività di ricerca e innovazione che possano incentivare lo sviluppo economico della zona in cui vengono investiti.
Durante la cerimonia inaugurale sono stati delineati gli obiettivi di questo progetto: il Polo Scientifico Tecnologico infatti non sarà solo una struttura a disposizione dei ricercatori e delle loro idee, ma anche un mezzo per incentivare attività che mirino alla salvaguardia ambientale, in collaborazione con le imprese del territorio, puntando allo sviluppo sostenibile, alla crescita dell’economia locale ed alla creazione di opportunità lavorative per i giovani. Il Rettore Uricchio vuole inoltre legare la presenza del Polo Scientifico all’offerta formativa: la ricerca ambientale potrebbe essere legata a quella sanitaria, permettendo la creazione di un Dipartimento sanitario anche in collaborazione con l’Ospedale Militare.
Il nastro è stato tagliato dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, la quale ha visitato i laboratori allestiti presso la ex II Facoltà di Scienze (sede dei corsi di laurea di Informatica e Scienze Ambientali), mentre la cerimonia inaugurale si è tenuta presso la ex Caserma Rossarol in Città Vecchia (sede del Dipartimento Jonico, dei corsi di Beni Culturali e Scienze della Formazione).
Durante la cerimonia inaugurale sono stati delineati gli obiettivi di questo progetto: il Polo Scientifico Tecnologico infatti non sarà solo una struttura a disposizione dei ricercatori e delle loro idee, ma anche un mezzo per incentivare attività che mirino alla salvaguardia ambientale, in collaborazione con le imprese del territorio, puntando allo sviluppo sostenibile, alla crescita dell’economia locale ed alla creazione di opportunità lavorative per i giovani. Il Rettore Uricchio vuole inoltre legare la presenza del Polo Scientifico all’offerta formativa: la ricerca ambientale potrebbe essere legata a quella sanitaria, permettendo la creazione di un Dipartimento sanitario anche in collaborazione con l’Ospedale Militare.
Il nastro è stato tagliato dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, la quale ha visitato i laboratori allestiti presso la ex II Facoltà di Scienze (sede dei corsi di laurea di Informatica e Scienze Ambientali), mentre la cerimonia inaugurale si è tenuta presso la ex Caserma Rossarol in Città Vecchia (sede del Dipartimento Jonico, dei corsi di Beni Culturali e Scienze della Formazione).
Non voglio fare una cronaca della giornata soffermandomi su tutti gli interventi fatti o sulle opportunità che possono scaturire dalla presenza del Polo Scientifico, perché di questo se ne è già ampiamente parlato in questi giorni; vorrei invece porre l’attenzione su ciò che mi ha colpito di questo evento.
E’ vero, si tratta pur sempre di una inaugurazione, ed è abbastanza normale parlare con entusiasmo dei risultati raggiunti o degli obiettivi futuri, ma allo stesso tempo bisogna anche considerare la situazione in cui versa il Polo Jonico a causa della Riforma Gelmini e decreti successivi, per non parlare di quello che potrebbe accadere dopo le decisioni dell’attuale Governo – il quale nella legge di stabilità ha previsto un taglio di 150 milioni di euro per il diritto allo studio, quasi 300 milioni per quanto riguarda i fondi per il finanziamento dell’Università e della Ricerca e dei nuovi criteri per il riparto dei fondi che potrebbero penalizzare gli Atenei attualmente in deficit, come l’Università di Bari (e quindi anche il Polo Jonico).
Mi sarei aspettata degli interventi più incisivi da parte dell’Università e degli Enti Locali sulla questione della riduzione dei finanziamenti negli anni passati e una condanna delle misure prese dall’attuale governo, perché quella – benché fosse una inaugurazione – era anche l’occasione giusta per far notare al Ministro che è abbastanza contraddittorio parlare dello sviluppo del Polo Universitario Jonico ed allo stesso tempo attuare misure che nel lungo periodo portano le piccole sedi ad essere fortemente ridimensionate (come è successo) – o addirittura a scomparire. Qui non servono le passerelle, ma delle assunzioni di responsabilità e di impegni precisi.
E’ vero, si tratta pur sempre di una inaugurazione, ed è abbastanza normale parlare con entusiasmo dei risultati raggiunti o degli obiettivi futuri, ma allo stesso tempo bisogna anche considerare la situazione in cui versa il Polo Jonico a causa della Riforma Gelmini e decreti successivi, per non parlare di quello che potrebbe accadere dopo le decisioni dell’attuale Governo – il quale nella legge di stabilità ha previsto un taglio di 150 milioni di euro per il diritto allo studio, quasi 300 milioni per quanto riguarda i fondi per il finanziamento dell’Università e della Ricerca e dei nuovi criteri per il riparto dei fondi che potrebbero penalizzare gli Atenei attualmente in deficit, come l’Università di Bari (e quindi anche il Polo Jonico).
Mi sarei aspettata degli interventi più incisivi da parte dell’Università e degli Enti Locali sulla questione della riduzione dei finanziamenti negli anni passati e una condanna delle misure prese dall’attuale governo, perché quella – benché fosse una inaugurazione – era anche l’occasione giusta per far notare al Ministro che è abbastanza contraddittorio parlare dello sviluppo del Polo Universitario Jonico ed allo stesso tempo attuare misure che nel lungo periodo portano le piccole sedi ad essere fortemente ridimensionate (come è successo) – o addirittura a scomparire. Qui non servono le passerelle, ma delle assunzioni di responsabilità e di impegni precisi.