martedì 29 gennaio 2013

Taranto città universitaria… senza strutture!

di Mara Pavone
Spesso si sente parlare del fatto che Taranto debba diventare una “città universitaria”, cioè una città a misura di studente che abbia un Polo Universitario con una didattica di qualità. I provvedimenti da attuare in questo senso sono diversi, volendosi soffermare sull’aspetto un po’ più “materiale” (della qualità dei corsi di laurea attivi su Taranto va fatto un ampio discorso a parte) tra i più importanti sicuramente c’è la necessità di fornire agli studenti degli spazi e delle strutture idonee.
Le strutture universitarie tarantine hanno tutte numerosi problemi, e questo sicuramente non è un punto a nostro vantaggio, chi vuole proseguire gli studi dopo la scuola decide a quale corso di laurea iscriversi anche tenendo conto della struttura che viene offerta.

Analisi sul risultato (parziale) delle elezioni universitarie


di Mara Pavone
Delle elezioni universitarie del 12/13 dicembre 2012 molte cose finiranno nel dimenticatoio, di sicuro però chi le ha vissute in prima linea ricorderà uno degli aspetti più eclatanti: ladisorganizzazione.
C’è stato un bando pubblicato il 21 novembre e poi modificato ben 8 volte nell’arco di 20 giorni, mancanza di chiarezza sulle norme elettorali, tempi strettissimi per la compilazione e consegna delle liste.
A Taranto inoltre abbiamo avuto la ciliegina sulla torta: c’è stato un forte ritardo nell’apertura dei seggi a causa del mancato recapito delle schede elettorali nei tempi previsti - che in sostanza ha fatto perdere dei voti alla nostra lista perché gli studenti, spazientiti dal fatto di essere in fila da tempo e non poter votare, sono andati via.
A questo si aggiunge che ad oggi ancora non si conoscono i risultati definitivi, in quanto lo spoglio delle schede non è stato fatto in ogni seggio (come avveniva ogni anno) ma viene fatto a Bari dove una apposita commissione elettorale deve scrutinare le schede per ben 7 organi, su un totale di 14000 votanti circa.

Che fine hanno fatto le borse di studio del Comune di Taranto?


di Mara Pavone
Il Comune di Taranto nel novembre 2011 ha indetto un bando per l’assegnazione di 50 borse di studio e 10 premi per tesi di laurea destinate agli studenti meritevoli iscritti ad uno dei Corsi di Laurea del Polo Universitario Jonico. Consideriamo questo genere di strumento e politica adottata un’ottima iniziativa da parte del Comune di Taranto, visti anche gli ulteriori tagli del Governo al Diritto allo Studio che hanno causato una diminuzione notevole della copertura delle borse di studio. Aggiungiamo inoltre che questo genere di incentivo per gli studenti, risulta essere una buona opportunità per tutti coloro che pur avendo i requisiti di reddito e merito, non hanno potuto ricevere una borsa di studio a causa della carenza fondi oppure per coloro che nonostante i requisiti di merito, non vi hanno potuto accedere per altri motivi.
Purtroppo però, nonostante l’iniziativa sia lodevole, presenta numerosi problemi che – nonostante i nostri solleciti sia all’amministrazione comunale che a quella universitaria -  non sono ancora stati risolti, ad oggi infatti quelle borse di studio non sono state ancora erogate.

Taranto .. quando diventerà una città a misura di studente?

di Mara Pavone & Chiara Intermite
Risale a pochi giorni fa il sopralluogo effettuato dal Sindaco Stefàno in Via di Mezzo, nei pressi della sede universitaria dove si trovano i corsi di laurea di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione. Si teneva da sempre lì il mercato dell’antico borgo, spostato successivamente in altro luogo per consentire agli studenti di parcheggiare nelle vicinanze dell’ex Caserma Rossarol.
Possiamo affermare che, in un contesto cittadino che non ha neppure il principio di sostenibilità ecologica (dovuto alla negligenza politica di questi anni), tale spostamento sembra uno dei tanti provvedimenti privi di consistenza e dalla dubbia utilità. Agli occhi degli studenti, il centro storico di Taranto appare come un cumulo di antiche rovine che non conservano l’aspetto della bellezza e dell’ordine armonioso, ma dimostrano un continuo stato di abbandono e di degradazione, pertanto, seppure Taranto abbia vissuto giorni più decorosi ai tempi della Magna Grecia, oggi è vittima di un sistema politico inerte e scarsamente originale.
Durante il sopralluogo si è parlato di “riqualificazione”, ma la vera riqualificazione del centro storico consiste nel ridare l’antico splendore ai vicoli deserti e deturpati, un risultato che non si ottiene semplicemente liberando una via per permettere di parcheggiare le auto.

L’isola delle professioni sanitarie: “Survivor” in via Grazia Deledda




di Mara Pavone
La struttura di via Grazia Deledda non è adatta per essere una sede universitaria, e questo è un dato di fatto emerso già anni fa quando si decise di trasferire i corsi di scienze della formazione, oggi situati presso la sede dell’ex Convento di San Francesco in città vecchia.
Purtroppo gli studenti di professioni sanitarie (infermieristica, fisioterapia, tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro) non hanno avuto la stessa fortuna dei loro colleghi di scienze della formazione. Inizialmente sistemati presso un sottoscala in Viale Virgilio, sono stati trasferiti provvisoriamente presso la sede di Via Deledda, in attesa che fossero ultimati i lavori della loro sede (l’ex ospedale vecchio). Questi lavori non sono ancora terminati né, a quanto ci ha riferito personalmente il Rettore, si può avere un’idea del tempo necessario per ultimarli – la ristrutturazione è a carico della Asl di Taranto la quale non è in grado di dare informazioni certe sulla questione.
Come è già successo in passato con la sede di Via Acton, considerato che c’era in programma il trasferimento dei corsi di laurea, la sede di Via Deledda è lasciata nel completo abbandono – in sostanza è inutile investirci soldi per la regolare manutenzione se i corsi di laurea devono essere trasferiti.
Il problema è che mentre si cerca di capire se e quando i lavori dell’ex-ospedale vecchio verranno ultimati, gli studenti sono costretti a frequentare le lezioni in condizioni che non possono nemmeno lontanamente definirsi “dignitose”.
Uno studente di quella struttura ci ha contattati informandoci della loro situazione: la sede è isolata e questo, considerando la completa mancanza di un sistema di allarme o sorveglianza, facilita i furti all’interno della sede – ormai mancano tutte le strumentazioni utili per il corretto svolgimento delle lezioni (proiettori, computer).
La situazione si è aggravata ulteriormente in quanto sono stati sabotati i cavi di alcuni quadri elettrici, questo ha provocato la mancanza di erogazione di corrente elettrica e conseguente impossibilità di seguire le lezioni (non si può utilizzare l’unico proiettore rimasto, e considerando che fa buio prima non è possibile seguire le lezioni senza aule illuminate).
Non esiste una connessione ad internet, quindi non è possibile comunicare in modo tempestivo agli studenti lo spostamento degli esami, cambiamento degli orari delle lezioni – questo crea disagio soprattutto agli studenti pendolari residenti in provincia che spesso si ritrovano a dover fare dei viaggi a vuoto perché la lezione è stata cancellata all’ultimo momento.
Negli ultimi tempi manca anche l’acqua corrente, quindi le condizioni igienico sanitarie dei bagni sono pessime, e manca anche la pulizia dei restanti ambienti del complesso. La struttura non ha impianti di condizionamento e di riscaldamento dell’aria, alcuni ragazzi hanno anche accusato bruciore intenso alla gola e agli occhi a causa delle emissioni del vicino distretto industriale.
In fine, spesso le lezioni finiscono oltre le 17.30 (ultima corsa degli autobus di città che passano da Via Deledda) e gli studenti sono costretti a fare un lungo tratto di strada a piedi al buio per arrivare alla fermata più vicina.
In passato abbiamo sollevato il problema parlandone direttamente con il Sindaco di Taranto e abbiamo ribadito la necessità di trasferire gli studenti di professioni sanitarie in altra sede al Rettore, il quale ci ha risposto che sta valutando una sede alternativa dove trasferirli provvisoriamente.
Il punto però è un altro: si può fare in modo che questi studenti abbiano una sede dignitosa e tutti i servizi che spetterebbero loro di diritto? Gli studenti di professioni sanitarie pagano le tasse al pari degli altri studenti, ma sono costretti a seguire le lezioni in condizioni davvero inaccettabili che ledono la dignità dello studente. Continuando  a spostarli da una sede all’altra “in via provvisoria” non si uscirà mai da questa situazione, perché nessuna sede provvisoria, in quanto tale, verrà mai gestita garantendo i servizi minimi agli studenti.
Chiederemo alle istituzioni un incontro per ragionare sulla effettiva fattibilità della ristrutturazione dell’ex ospedale vecchio, e se questa non è possibile si deve trovare una soluzione per dare agli studenti di professioni sanitarie una sede “definitiva”.
 Articolo per Siderlandia.it numero 51

Università a Taranto? Alle condizioni di Mariastella!

di Mara Pavone
Il nuovo anno accademico è cominciato, e con esso una delicata fase di “transizione” dal vecchio al nuovo assetto organizzativo dell’Università degli Studi di Bari: da quest’anno infatti si vedranno gli effetti più incisivi della Riforma Gelmini sulla governance dell’Università.
L’Università Degli Studi di Bari ha approvato il nuovo statuto, che ora deve essere completato dai regolamenti (come il regolamento didattico, elettorale ecc..) i quali sono in fase di redazione e che si presume vengano approvati in tempo utile per indire le elezioni per gli inizi di dicembre.
Il sistema attuale prevede due tipi di strutture: le facoltà, alle quali spetta l’organizzazione della didattica (cioè dei corsi di laurea) e i dipartimenti che invece si occupano della ricerca. La riforma Gelmini ha fatto del dipartimento un’unica struttura che, con le risorse finanziarie assegnate, deve gestire sia l’organizzazione della didattica che la ricerca; dunque se prima l’UNIBA aveva 15 facoltà e 64 dipartimenti, ora sarà organizzata solo in 24 dipartimenti e, laddove i corsi di laurea afferiscono a più dipartimenti, si potranno creare le scuole.
Questo è uno degli aspetti su cui siamo stati sempre critici, perché organizzare la didattica o la ricerca richiede un impegno notevole e affidare entrambe queste funzioni ad un’unica struttura potrebbe andare a svantaggio sia dell’uno che dell’altro.
Ci sono poi gli organi centrali, ovvero il Consiglio di Amministrazione e il Senato Accademico, i quali si occupano rispettivamente della didattica e della gestione finanziaria dell’Ateneo.
A differenza del passato, nel CDA è previsto l’ingresso di privati estranei all’università e un “assorbimento” dei poteri del Senato perché non tratterà più la gestione solo delle risorse finanziare, ma avrà il potere di decidere anche sull’apertura o chiusura dei corsi di laurea e dipartimenti: dunque decidere se aprire un nuovo corso di laurea e sopprimere ad esempio un dipartimento diventerà esclusivamente una “questione di soldi”.
La riforma ha imposto una diminuzione della componente studentesca in questi organi, infatti i rappresentanti degli studenti previsti in Senato sono 5, in Consiglio Di Amministrazione 2, mentre fino ad ora ce ne sono stati 6 in entrambi gli organi.