lunedì 29 aprile 2013

Università. Puntare all’autonomia del Polo Jonico non è la soluzione

Quando si parla del Polo Universitario Jonico, soprattutto in periodi come questo caratterizzato da un ridimensionamento dell’offerta formativa dettato del Decreto Profumo, si ripresenta la rivendicazione di una università autonoma tarantina. In sostanza l’idea comune è che con “L’Università degli Studi di Taranto” avremmo tutti i corsi di laurea che vogliamo, tutti i finanziamenti necessari, ed il raddoppiamento degli iscritti.
Bisogna però fare i conti con la realtà politica ed economica in cui ci troviamo, perché le scelte fatte dai vari Governi hanno degli effetti diretti su tutto il territorio nazionale, Taranto compresa. Ora come ora il Polo Jonico non può diventare autonomo, per il semplice fatto che non vi sono le condizioni. A causa dei tagli della l.133/2008 e della Riforma Gelmini, non è possibile costituire nuovi atenei.
La l.133/2008 ha drasticamente ridotto i fondi per l’Università pubblica (taglio di 1,5 miliardi di euro spalmati tra 2009-2013), questo significa avere meno fondi per: didattica, laboratori, servizi per studenti ecc, ed ha imposto il blocco del turn over (cioè vengono assunti meno docenti rispetto a quelli licenziati). La Riforma Gelmini ha cambiato l’assetto organizzativo, e nei relativi decreti attuativi firmati dal Ministro Profumo, si impongono parametri più stringenti (in termini di numero di docenti necessari) per poter attivare i corsi di laurea. Non è per niente contemplata la possibilità di costituire nuovi Atenei.
Ragionando per assurdo, supponiamo che si possa costituire un nuovo Ateneo con sede a Taranto, ci vorrebbe un ingente numero di docenti/ricercatori per mantenere l’offerta formativa attuale e attivare nuovi corsi di laurea, dove sono questi docenti?

martedì 2 aprile 2013

Palazzo Delli Ponti: un altro edificio donato all’Università

di Chiara Intermite & Mara Pavone

Attraversando le vie della nostra piccola metropoli  e lasciandoci guidare dal nostro istinto lungo le viuzze che portano al Borgo Antico della città di Taranto, oltre a percepirne la commistione di odori, siamo pervasi da un forte desiderio di cultura, la stessa che secoli fa ha permesso la nascita e lo sviluppo di una grande civiltà.
Non c’è vicolo e non c’è edificio privo di una storia alle spalle, tutto è segnato e tutto ha un’impronta ben definita, lasciata a partire dalla civiltà della Magna Grecia, passando per i Bizantini e per il Regno di Napoli.
In questo quadro si inserisce uno tra i più prestigiosi edifici storici presenti nel Borgo Antico; ci riferiamo a Palazzo Delli Ponti, un monumento storico che deriva dall’unione di   due edifici del ’500 e del ’600 e che  racchiude al suo interno i resti delle mura greche che circondavano l’acropoli, un ipogeo funerario risalente al V secolo a.C e un altare del ’700.